venerdì 23 maggio 2014

GLI ITALIANI CHE AMANO L'EUROPA DOMENICA VANNO AL MARE (O AL CINEMA)

di Massimo Colaiacomo

Ancora poche ore e finalmente il sipario calerà sul "Truman show" della politica italiana. Con l'eccezione delle forze minori, capaci di argomentare pro o contro l'Europa, i tre partiti maggiori si sono rincorsi sulle piazze televisive e su quelle d'Italia beccandsi ferocemente su questioni di cortile. Grillo, Renzi e Berlusconi hanno alimentato la scena con la stessa, maniacale puntualità con cui Jim Carey, nel film Truman show, aveva accettato di vivere a sua insaputa in un reality in cui tutti i cittadini erano attori consapevoli con l'eccezione, appunto, del povero Truman.
Ha facile ragione chi sostiene che la metamorfosi subita dalla politica e la sua conseguente riduzione a reality è insieme causa ed effetto della perdita di consistenza dell'atto politico in sé. Al netto dello scadimento della qualità del ceto politico, probabilmente la più infima degli ultimi decenni, la politica gira a vuoto per l'abdicazione dal proprio ruolo di regolatore di conflitti e dalla funzione di motore del cambiamento. Ne è scaturita una forma di anestesia sociale con la conseguente affermazione di un indifferenziato rifiuto prima dei politici (vedi il grillismo) quindi della politica (vedi l'astensionismo massiccio di domenica 25 maggio).
L'euroscetticismo e le campagne anti-euro e anti-Europa sono soltanto il tentativo maldestro di un ceto politico fallito di nascondere le proprie responssabilità indirizzando altrove la delusione e la frustrazione del corpo sociale. In questo senso la politica si è assicurata una qualche sopravvivenza rispetto all'astensionismo annunciato, e poco importa se questa è stata conseguita trasformato il Paese più europeista fino agli anni Novanta nel più antieuropeista del presente.
Dare addosso all'Europa e alla Merkel indicandoli come i colpevoli principali delle difficoltà in cui agonizza la società italiana dovrebbe essere l'ultimo dei delitti consentiti a Berlusconi, Grillo e Renzi. Per queste ragioni chi crede sinceramente nel destino europeo dell'Italia deve disertare le urne domenica prossima con ciò sanzionando severamente un ceto politico colpevole di attentato alla dignità della Repubblica e di ogni misfatto perpetrato ai danni della Nazione non per la malvagità dei partners europei ma per l'inconcludenza e la codardia di chi avrebbe dovuto governare il Paese secondo il principio della realtà e ha invece preferito condurlo in un vicolo cieco.
Renzi, Berlusconi e Grillo dovrebbero riflettere su quel 78% di greci favorevoli all'Europa e all'Euro, contro appena il 53% di italiani. Un Paese martoriato come la Grecia non è stato saccheggiato dalla trojka economica (Fondo monetario internazionale, Commissione europea e BCE) ma è stato salvato dall'abisso in cui l'aveva condotto la classe dirigente greca colpevole di aver dissipato ricchezze immense a seguito dei Giochi olimpici del 2004 con regalie e donazioni sociali.
Quando Berlusconi, Renzi e Grillo invocano la fine dell'austerità mentono spudoratamente sapendo di mentire. Di quale austerità parlano? Di quella fiscale? Ma chi è che impone all'Italia di aumentare le tasse invece di riorganizzare lo Stato e la Pubblica amministrazione licenziando dove serve e ridurre gli stipendi non solo ai dirigenti ma a tutti i dipendenti pubblici? Sono scelte troppo pericolose per una politica pavida che si nutre di sondaggi quotidiani come i corvi delle carcasse di animali. La politica insegue il popolo e i suoi desideri, esorcizza la realtà e la travisa con promesse di benessere immediato e futuro: questo è il populismo.
Immergersi nella realtà per cambiarla e forgiarla secondo un disegno di respiro nazionale ed europeo, chiamando tutti i cittadini a rinnovare un oneroso biglietto di appartenenza alla Nazione: questa è la politica alta e nobile. I nostri politici lillipuziani criticano la Germania e la sua cancelliera, ma qualcuno di loro è a conoscenza del fatto che dal 1989 sulle buste paga dei lavoratori tedeschi figura una trattenuta del 5,5% del reddito lordo con la dicitura "spese per la riunificazione della Nazione"? Se la Germania è una Nazione e tale si sente e si muove sulla scena del mondo, come può essere questa una colpa?

 

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