mercoledì 26 novembre 2014

LA VOLPE BERLUSCONI LANCIA SALVINI MA PENSA AL QUIRINALE: NON VUOLE FINIRE IN PELLICCERIA

di Massimo Colaiacomo

     Sono in tanti a chiedersi quali calcoli abbiano spinto Berlusconi a ipotizzare per Matteo Salvini la candidatura a premier per il centrodestra. Sarà anche un goleador sul piano elettorale, ma è difficile immaginarlo nelle vesti di federatore di un centrodestra pulviscolare nelle sue formazioni, confuso e divaricato nei programmi. Per Matteo Renzi sarebbe un regalo inaspettato, visto che contro Salvini giocherebbe una partitella di allenamento o poco più. È da escludere che Berlusconi consideri la società italiana, provata da anni di crisi economica e di mancata crescita, pronta per uno scontro ancora più radicale di quelli vissuti durante il suo "ventennio".

     Più probabile, invece, che Berlusconi, sempre mutevole nei suoi umori ma mai distratto nel perseguire quelli che considera gli obiettivi decisivi, abbia regalato sorrisi al leader leghista pensando alla partita decisiva del Quirinale. L'ex Cavaliere, insomma, pensa ad allargare la platea dei "grandi elettori" in vista di scegliere il successore di Giorgio Napolitano. Pensa, soprattutto, a intestarsi una pattuglia di voti per negoziare con Matteo Renzi da una posizione di forza o di minor debolezza.

     Si spiega così quello che Stefano Folli definisce lo "strabismo" del Patto del Nazareno. Più esattamente si tratta dello strabismo mostrato ieri da Berlusconi: avanti negli accordi con Renzi sulle riforme costituzionali, da un lato e, dall'altro lato, semaforo verde a una possibile candidatura di Salvini per il centrodestra. Ora, come la pensi Salvini sul Patto del Nazareno è noto: per lui è più che fumo agli occhi, è qualcosa molto simile a un'impostura.

     La volpe Berlusconi, insomma, non vuole finire in pellicceria, come Bettino Craxi profetizzò per Giulio Andreotti quando qualcuno lo paragonò a una vecchia volpe. Il leader di FI vuole giocare la partita del Quirinale e mettere sul tavolo più carte di quante nella realtà abbia. Tutto sta a vedere se il leader leghista gli consentirà di giocare questa partita senza alzare troppo il prezzo. Per Berlusconi si tratta della partita della sua vita (politica). Perderla, significherebbe certificare l'irrilevanza di Forza Italia e la definitiva archiviazione della stagione berlusconiana con tutto ciò che ne consegue. Esserne protagonista decisivo, al contrario, farebbe di Berlusconi ancora per qualche tempo il dominus del centrodestra.

     Non mancano le incognite e gli interrogativi sulla complicata scacchiera berlusconiana. A Raffaele Fitto non bastano certo i sorrisi di Berlusconi né la promessa che il suo successore, quando verrà il momento (se mai verrà), sarà scelto con un metodo democratico. È difficile convincere chi vuole prendere il tuo posto e per questo ti provoca travasi di bile, che sei pronto a cederlo salvo mettersi d'accordo sulle condizioni. Il politico pugliese, accreditato di un'intesa strategica con D'Alema, è una tessera troppo importante nella strategia quirinalizia di Berlusconi. È verosimile che anche Fitto voglia giocare la sua partita sul Quirinale, per disarcionare l'ex Cav. o metterlo definitivamente all'angolo. Se la sua pattuglia parlamentare si salda a quella dell'opposizione interna al PD (leggi Massimo D'Alema) la scelta del successore di Napolitano farà impallidire le 20 sedute necessarie per l'elezione dei giudici della Corte. E la partita per il Colle potrebbe avere esiti imprevedibili o quanto meno sorprendenti.