domenica 9 marzo 2014

QUOTE ROSA, ULTIMO SCHIAFFO A SOCIETÀ LIBERALE

APPELLO A BERLUSCONI E RENZI

di Massimo Colaiacomo

Le "quote rosa" sono l'ultima beffa in uno Stato che ha smarrito quei pochi e flebili tratti liberali, confusamente presenti nella società e solo marginalmente accolti nella Costituzione. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, contraenti di un patto che prevede la riforma della legge elettorale, del Titolo V e del Senato, possono regalare all'Italia un'occasione per alleggerirsi in parte di quella zavorra mortale che è il populismo. Le "quote rosa" costituiscono al contrario una resa al populismo più volgare, con la loro pretesa di introdurre per legge una "parità di genere" che va invece coltivata nella coscienza civile del Paese.
Nazioni libere come la Germania, la Danimarca, la Lettonia e la Norvegia hanno scelto donne ai vertici del potere esecutivo senza alcuna necessità di introdurre le quote. Pretendere di forzare con la legge un costume civile retrogrado e comportamenti collettivi colpevolmente ipocriti, non potrà modificare in nulla la condizione di smarrimento e di confusione della società.
Le "quote" di genere offendono prima di tutto il genere che si vorrebbe tutelare poiché ne decretano una naturale incapacità di affermazione sociale e politica. Esse aprono una ferita nella società italiana poiché ipotizzano la sua incapacità al cambiamento e alla crescita civile. Ancora più grave è il concetto di "quota" riservato a un "genere" perché, in questo modo, si apre la strada a nuovi, pericolosi equivoci. Senza alcuna intenzione provocatoria, anzi, allo scopo di rafforzare la natura liberale del nostro Paese, verrà un tempo in cui dovremo chiederci perché negare una quota di rappresentanza a tutti quei soggetti che non si riconoscono in nessuno dei due generi sessuali.
Rimane da chiedersi perché il "genere" sia meritevole di una tutela superiore ad altre fragilità sociali non meno rilevanti come possono essere l'appartenenza etnica o l'integrità fisica della persona, fragilità che incrociano il genere sessuale.

Non c'è un solo argomento valido per sostenere una battaglia il cui obiettivo non è la crescita civile del Paese ma soltanto di consentire ai partiti di sistemare partite interne e stipulare compromessi di potere sacrificando per questi un principio universale di libertà. L'Italia sarebbe l'unico Paese dei 28 dell'Unione europea ad avere le "quote rosa" per il Parlamento. Il che equivale ad ammettere non la nostra modernità ma l'arretratezza di una società incapace di riconoscere qualità e meriti delle persone a prescindere dal sesso.

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