lunedì 8 febbraio 2016

SULLE UNIONI CIVILI GRILLO SBAGLIA PARTITA E PD DIVENTA CENTRALE



di Massimo Colaiacomo


     Chi di sondaggio ferisce ... È successo anche alla Casaleggio&Associati. Un sondaggio fra gli iscritti-elettori ha convinto il guru di M5s a un'improvvisa strambata costringendo la già turbolenta navigazione del gruppo a fare rotta sugli scogli delle unioni civili. L'improvviso ripensamento dell'eterodirettore dei parlamentari grillini che ha dato "libertà di coscienza" sulla stepchild adoption ha colto di sorpresa i gruppi, che già avevano dato la loro adesione al ddl Cirinnà, compresa la controversa norma, a condizione che non venisse cambiata una sola virgola del provvedimento.
     L'eccesso di furbizia tattica rischia questa volta di costare caro ai grillini. Se l'intento era di accentuare le divisioni all'interno del PD, soffiando sul disagio della componente cattolica, e andare a braccetto con un sentimento diffuso nell'opinione publica moderata, il risultato rischia di essere un buco nell'acqua. Perché Renzi e il PD non hanno accennato il benché minimo sbandamento. Il premier ha tenuto la barra ferma sull'impianto del provvedimento e punta, per questa via, ad assorbire i voti di quei parlamentari grillini che si erano detti favorevoli al provvedimento. La "libertà di coscienza" annunciata da Casaleggio arriva fuori tempo e trasmette l'immagine, sul piano politico, di una ritirata detta da una convenienza elettorale senza nessuna convinzione politica.
     Capita sempre più di frequente ai leader politici, non solo grillini, di restare impigliati nei sondaggi considerati alla stregua di una sentenza della Sibilla cumana. Per dire, se la cancelliera Angela Merkel avesse condotto un sondaggio in settembre prima di cambiare la sua linea sugli immigrati e aprire le porte dell'accoglienza, probabilmente non avremmo mai assistito alle immagini di quella trasmigrazione biblica che si affaccia ogni giorno dal televisore.  La cancelliera ha invece deciso - d'istinto, per calcolo politico o per convenienza economica -  e ha accettato di pagare un prezzo non indifferente se è vero che ha dovuto aggiustare passo dopo passo la sua strategia sull'immigrazione. Ha deciso, però, con risolutezza e tempestività, qualità indispensabili a un leader, senza lasciarsi condizionare dai sondaggi. È tutta qui la differenza fra un leader che "guida" il suo popolo, ne accetta le critiche e i malumori, e un leader populista che, al contrario, "si lascia guidare" dagli umori del popolo.
     Si può ragionevolmente affermare che sulla vicenda delle unioni civili il premier Renzi, forse per la prima volta, ha messo da parte i sondaggi e mette il PD nella condizione di "guidare" un processo parlamentare, sicuramente ad alto rischio, senza condizionamenti da parte di alleati e avversari. Contestabile e da contestare nel merito e nel metodo, il provvedimento Cirinnà è diventato un altro tassello nella partita impostata da Renzi per tagliare un po' d'erba sotto i piedi dei suoi avversari a sinistra e per ribadire la centralità della sua leadership sul campo moderato che lo appoggia in Parlamento, dentro o nei dintorni della maggioranza di governo. I mugugni silenti di Alfano non possono impensierire il premier, al quale hanno già garantito il loro voto i 18 senatori di Denis Verdini. Comunque finirà la partita, Renzi non ha nulla da perdere visto che non ha impegnato l'esecutivo. In caso di vittoria, però, gli sarà facile spegnere le ultime voci di dissenso dentro il PD.

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