sabato 13 febbraio 2016

IL CENTRODESTRA HA LAVORATO, E BENE, ALLA PROPRIA SCONFITTA



di Massimo Colaiacomo

     Bertolaso contro Marchini e Storace. Giachetti contro Mascia e Fassina. Centrodestra e centrosinistra si presentano schierando tre punte al primo turno delle comunali a Roma. Fuori da questi schieramenti c'è il candidato X dei Cinquestelle. Guadagnare il secondo turno diventa dunque un affare complicato nei due campi più affollati. Si tratta di capire quale dei candidati riuscirà a farsi sottrarre meno voti dagli altri competitori del suo schieramento. Quanti voti Storace porterà via a Bertolaso e quanti Bertolaso ne prenderà da Marchini, e viceversa? La condizione di Giachetti è meno complicata perché, in caso di vittoria alle primarie, si ritroverà un PD compatto o comunque interessato a mostrarsi tale mettendo fra parentesi le divisioni interne.
     Molto più complicata è la situazione nel centrodestra. La scelta di Bertolaso, fortemente voluta da Berlusconi, è il risultato di negoziati snervanti per mitigare, da un lato, le pretese di Giorgia Meloni e aggirare, dall'altro, i veti di Matteo Salvini. Il punto di equilibrio trovato con la candidatura dell'ex responsabile della Protezione civile assomiglia molto più a una tregua, un compromesso, che non a una solida base di ripartenza per un centrodestra che, di fatto, ha smesso di esistere, almeno nella versione incarnata da Berlusconi.
     Come centrodestra e PD siano arrivati a designare i rispettivi candidati a Roma e a Milano è un punto destinato a pesare in campagna elettorale. Passando per le primarie, Beppe Sala si presenta a Milano come il candidato di una sinistra inclusiva, capace di andare oltre il perimetro del PD. Certo, colpisce un po' sul piano mediatico averlo visto che esibiva la maglietta con l'icona del "Che", ma si tratta di una concessione, o, se si preferisce, di una sbavatura che sarà presto dimenticata. Il suo sfidante è il "pariolino", e dunque romanissimo Stefano Parisi. È stato battezzato da Berlusconi, con piena soddisfazione di Salvini e Meloni. Parisi è un ottimo manager, ha lavorato con Albertini e Moratti prima di imbarcarsi nell'avventura di Fastweb con Stefano Scaglia. Diversamente da Sala, però, Parisi dovrà entrare impiegare un pezzo della campagna elettorale per entrare nell'immaginario degli elettori di centrodestra, se ancora esiste o se non vada addirittura ricostruito ex novo.
     Non è molto diversa la condizione in cui è messo Bertolaso a Roma. Da tecnico non ha ricevuto nessun battesimo politico se non la faticata investitura arrivata da Berlusconi dopo aver convinto i riottosi alleati. Bertolaso e Parisi si sono fatti politici per un atto unilaterale di Berlusconi che di fatto, attraverso le loro candidature, vorrebbe simulare una sua (ri)discesa in campo. Si tratta con tutta evidenza di una confisca della politica con il rischio di accrescere per questa via il sentimento di estraneità degli elettori. È dubbio che Meloni capolista di Fratelli d'Italia possa fare il miracolo fin qui non riuscito.
     Il punto è che Berlusconi ritiene, avendo evitato le primarie, di avere ripreso nelle sue mani le redini del centrodestra agonizzante nella formula fin qui conosciuta e invecchiata con il suo geniale ideatore. Trascura il fatto che la resistenza di Alfio Marchini, pronto a tenere il punto e a non fare passi indietro, è un'insidia fin qui sottovalutata nel vecchio centrodestra. Se qualcuno ha confuso Marchini con un Fitto di passaggio sarà costretto a rivedere i suoi calcoli. L'ingegnere ha dato prova di coerenza da quando, nel 2013, si è battuto contro Marino. È rimasto al suo posto nell'aula Giulio Cesare e ha condotto un'opposizione risultata infine decisiva per rimuovere Marino. Questo gli vale un titolo politico, trascurato da chi come Giorgia Meloni si ostina a incorniciare Marchini nella storia della famiglia comunista. La battaglia di Roma diventa per Berlusconi una battaglia per la sopravvivenza politica: se Bertolaso non dovesse raggiungere il ballottaggio, il centrodestra, e Forza Italia più di altri, pagherà un prezzo pesante.
        

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