giovedì 30 gennaio 2014

SE NON BLOCCA LE RIFORME GRILLO TENTA LA VIA DELLA RIVOLTA SOCIALE

di Massimo Colaiacomo

La scena di "squadrismo parlamentare" mandata in onda dai deputati grillini nell'emiciclo della Camera ha fatto aggrottare anche il ciglio più imperturbabile. Il mix di violenza verbale e fisica, però, non è un inedito fra gli scranni di Montecitorio. La domenica delle Palme del 1953, quando nello stesso emiciclo si votava la cosiddetta "legge truffa", vennero alle mani Randolfo Pacciardi e Giancarlo Pajetta, due protagonisti di primo piano nel Parlamento dell'epoca. Ne seguì un parapiglia e anche allora, come ieri, fra i pacieri si registrò qualche commesso parlamentare ammaccato.
  Se si mette da parte il moralismo che fa schioccare indignazione su ogni cosa, si può dire che tutto sommato nulla di nuovo si è visto alla Camera. La legge elettorale è lo strumento decisivo per la raccolta del consenso e la successiva distribuzione del potere. Se qualcuno dei parlamentari d'oggi avesse mai sfogliato il bel libro di Giuseppe Maranini (Storia del potere in Italia, uscito, se ricordo bene, nel 1961) scoprirà che il grande giornalista scrisse un saggio di rara perizia sui meccanismi elettorali utilizzati, e sulle loro conseguenze pratiche, negli anni del Regno e poi nei primi 15 anni della Repubblica. Quel titolo era significativo: la storia del potere coincideva per Maranini con la storia dei sistemi elettorali. Tutti, nessuno escluso, sono stati sperimentati nell'Italia post-unitaria: il proporzionale puro, il doppio turno francese, l'uninominale, le liste bloccate di Acerbo. Poi il Mattarellum, il Porcellum e, ora, si proverà con l'Italicum.
Mai una volta è stata trovata la formula magica, che tutti dicono di cercare, capace di dare stabilità agli esecutivi. L'unica forma di stabilità - se per stabilità si intende un governo che dura l'intera legislatura e realizza il suo programmta - è stato il ventennio fascista. È una constatazione da rabbrividire. Davvero l'Italia non può conoscere altre forme di stabilità che non siano un regime dispotivo e totalitario? E perché nessuno dei sistemi elettorali fin qui sperimentati è mai riuscito ad assicurare quella convivenza civile fra opposti schieramenti nella quale prosperano e vivono, più o meno tranquillamente, altre democrazie in Europa?
La fiducia riposta dagli attuali protagonisti nel potere salvifico della legge elettorale ha un che di ingenuo e insieme di ipocrita. Berlusconi e Renzi sanno che non è la legge elettorale il grimaldello che apre le porte alla stabilità dei governi. È comodo, e molto utile, credere e far credere che sia così. Se davvero la stabilità riposasse in una tecnicalità elettorale, o nel dosaggio di alcuni ingredienti, nessuno ha provato a chiedersi a che cosa allora servirebbe la politica, la capacità di coalizzare partiti e movimenti per vincere le elezioni e governare il Paese.
Lo scopo della legge all'esame del Parlamento è chiaramente quello di bloccare l'avanzata grillina, giustamente temuta come una minaccia per gli equilibri politici democraatici. Renzi è convinto, molto più di Berlusconi, che la via delle riforme può essere sbloccata e così girare pagina. Grillo non può consentirlo. Se passano le riforme volute da Renzi, il sistema dimostrerà di aver trovato gli anticorpi alla sua dissoluzione e il grillismo apparirebbe in tutto il suo velleitarismo. Perciò Grillo deve combattere per impedire un disegno riformatore, improvvisato quanto si vuole, ma capace di vanificare la sua ragion d'essere una volta approvato.
Quello accaduto ieri a Montecitorio si presta invece a una considerazione più preoccupante. Se dovesse fallire lo stop al disegno di autoriforma del sistema politico, a Grillo non resterebbe altra strada se non la disobbedienza sociale da spingere fino al limite della rivolta. Troverebbe terreno fertile nel malessere sociale diffuso e in qualche caso profondo? È una domanda per ora senza risposta e il grillismo in versione "violenza di massa" appare un'ipotesi remota. Sta al governo e al Parlamento di impedire che diventi uno scenario realistico. 


 

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