venerdì 20 maggio 2016

PANNELLA, LO SCANDALO DELLA DEMOCRAZIA


di Massimo Colaiacomo


     "Necesse est enim ut scandala eveniant": è questa frase del vangelo di Matteo, dei quattro il più diretto e povero di filtri intellettuali, che sintetizza meglio di ogni metafora il senso della lunga militanza civile e politica di Marco Pannella. Il leader radicale è stato infatti il paladino di mille battaglie civili, tutte, senza eccezione, affrontate lontano da sponsor politici riottosi peraltro a imbarcarsi nelle avventure pannelliane ma pronti a saltare sul carro del vincitore una volta che si delineava il successo di un referendum.
     Pannella menò scandalo nell'Italia ancora giovane Repubblica. Se ne andò dal PLI dopo che alla sua guida finì un conservatore tradizionale come Giovanni Malagodi. Da allora intraprese un lungo e agitato attraversamento della società italiana. Una navigazione "in solitaria", come si addiceva al primo guru della comunicazione politica, inimitato e inimitabile perché Pannella, diversamente dai Berlusconi e dai Grillo, metteva da parte ogni calcolo al quale preferiva un successo civile da tradurre soltanto dopo, e ove fosse stato possibile, in risultato politico. 
     Divorzio, aborto, obiezione di coscienza, eutanasia, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, abolizione della proporzionale, istituzionale del Tribunale penale internazionale: sono solo alcune delle battaglie condotte da Pannella nella società italiana, preoccupato di scuoterne la pigrizia e l'arrendevolezza, di piegarne la rassegnazione o vincerne l'abbandono fatalista. A dispetto di un distacco ostentato, Pannella è stato un politico nel senso pieno della parola: la politica coincideva per lui con un senso acuto e quasi drammatico della vita istituzionale. Ricordarne oggi la battaglia contro il sistema proporzionale, espressione del potere partitocratico, e a favore del presidenzialismo "all'americana", significa ricordare l'amore di Pannella per la democrazia integrale, senza aggettivi. In questo senso, nell'azione politica Pannella riversava insieme l'urgenza esistenziale di un protagonismo mai negato e uno spiccato senso delle istituzioni che si era affievolito nella stagione di Tangentopoli per spegnersi quasi del tutto nell'epoca successiva.
     Scandalizzare i benpensanti, costringere il senso comune a rivedere le proprie certezze e a guardare fuori dai tabù, erano le vie preferite dal leader radicale per mandare in porto le proprie battaglie. Pannella riuscì a imporre alla politica e al Parlamento quell'agenda della società italiana che lui sapeva leggere e in qualche caso riusciva a scrivere con un'intuizione rabdomantica. Se l'Italia conservò la legge sul divorzio è stato grande alla mobilitazione che i radicali seppero creare nel Paese. Lo stesso valse per l'aborto. Per chiarire: entrambe le leggi non recano la firma di Marco Pannella, non essendo all'epoca un parlamentare. Pannella ha difeso quelle leggi, una volta approvate dal Parlamento, dall'assalto di chi voleva abrogarle. E lo scontro con il mondo cattolico è stato sempre violento ma anche, da parte sua, rispettoso verso il popolo cattolico e meno, molto meno, verso le gerarchie.
     Non ho condiviso molte delle sue battaglie. Di alcune conservo un ricordo limpido, come il referendum sull'abolizione dell'ordine dei giornalisti, l'unico per il quale mi sono recato convintamente alle urne per dare il mio SÌ. Per il resto, la lotta politica ha messo Pannella in una trincea affollata in cui alcune buone ragioni erano costrette a convivere con molte altre pessime o difficilmente condivisibili. La religione della laicità ha assunto nel suo impegno civile lo stesso rigorismo inflessibile che lui rimproverava alla dottrina della Chiesa. Rimane intatta l'ammirazione e la gratitudine per il Pannella americano nella battaglia istituzionale e israeliano in politica estera. Sono due degli "scandali" pannelliani che non hanno minimamente scalfito la corazza di opportunismi e di convenienze del mondo politico italiano. Pannella lo lascia peggio di come, giovanissimo, vi entrò. Le altre sue battaglie hanno assecondato la progressiva secolarizzazione dell'Italia, contribuendo all'edificazione di una società appagata ma smarrita nel deserto dei valori. 

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