sabato 13 giugno 2015

SULL'IMMIGRAZIONE CORTO-CIRCUITO POLITICO DELLE DESTRE EUROPEE

di Massimo Colaiacomo



     La politica italiana è stata risucchiata dentro il polverone delle polemiche sull'immigrazione. Si fa fatica già in condizioni normali a rintracciare il filo di una strategia politica, è facile immaginare quali difficoltà abbiano incontrato nell'ultima settimana i corrispondenti da Roma che devono raccontarci ai lettori dei loro Paesi.
     Perché le difficoltà sono così tante? Per la ragione che la destra italiana, vuoi anche per la coincidenza dei ballottaggi, alimenta il fuoco della paura - peraltro legittima e fondata - di un'invasione in corso dalle coste del Nord Africa. Il che è assolutamente vero e innegabile, anche se il governo ha provato a negarlo fino a qualche giorno fa. Per questo motivo Renzi è stato messo sotto accusa e i capi di imputazione, in un clima politico reso incandescente anche da sanguinosi episodi di cronaca (l'aggressione del bigliettaio a Milano, con un braccio amputato a opera di immigrati latino-americani), diventano un fardello mediatico insopportabile anche perché la sponda europea che Renzi e Alfano hanno a lungo inseguito è scomparsa definitivamente nelle nebbie nordiche.
     Che cosa succede allora e che cosa è che sta rendendo politicamente fragile la strategia del centrodestra fino a evidenziare l'isolamento dell'Italia in Europa? Sta accadendo quello che il principio della eterogenesi dei fini si diverte a far accadere, beffando la volontà umana e aggirando le astuzie di chi si ritiene più furbo degli altri. Il centrodestra italiano, insomma, fra urla e strepiti contro il governo (giusto così: ci sono i ballottaggi) è costretto ad alzare sempre di più il tiro: riportare gli immigrati in Libia, mettere in piedi un blocco navale, costruire sulle coste libiche i campi profughi, non versare all'Europa la quota annuale di bilancio e via dicendo.
     Ripeto: tutto assolutamente normale, se si legge la vicenda con gli occhiali dell'interesse elettorale. Ma anche tutto, diciamolo, semplicemente ridicolo perché il centrodestra si sta dando la zappa sui piedi come peggio non potrebbe. Quando Salvini, e Forza Italia al seguito, chiedono l'intervento dell'Europa e l'accusano di egoismo e di cecità politica, non hanno ancora capito che l'Europa non muoverà un dito per le stesse identiche ragioni che spingono Salvini o Toti (!?)  a dire "neanche un immigrato in più nel mio orto"?
     La destra europea non è diversa dalla destra italiana. Salvini&C non vogliono gli immigrati? E perché mai dovrebbe volerli Hollande o l'UMP in Francia impegnati a spegnere il vulcano Le Pen? E perché mai dovrebbe volerli David Cameron con il rischio di rianimare l'UKIP da poco sconfitto? O Angela Merkel alle prese con i nazionalisti di Alternätive fur Deutschland? Salvini rimprovera all'Europa di non volere quello che neppure lui vuole. Il risultato del corto-circuito politico-mediatico è sotto i nostri occhi: lo sfaldamento di un già indebolito sistema-Paese che proietta sulla scena europea tutte le sue divisioni e le sue liti.
     Diverso sarebbe il caso di un governo costretto ad afferrare il bandolo della matassa, incalzato da un'opposizione repubblicana e nazionale disposta a sostenerlo in Europa con rivendicazioni forti e mirate. Come sempre Stefano Folli ha letto gli avvenimenti bucando la superficie del chiacchiericcio per cogliere la sostanza delle cose quando ha ipotizzato una qualche forma di solidarietà nazionale per fronteggiare l'emergenza immigrazione. Rimane il problema che un'opposizione "repubblicana e nazionale" in Italia è di là da venire.

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