venerdì 10 maggio 2013

POLIZZA VITA GOVERNO FINO A DICEMBRE, POI DECIDERÀ' SENTENZA CASSAZIONE SU MEDIASET

di Massimo Colaiacomo

     La Cassazione si pronuncerà sul giudizio della Corte d'appello di Milano contro Berlusconi entro la fine dell'anno. Il che significa che sulla navigazione dell'esecutivo non ci saranno per  i prossimi mesi ostacoli o imprevisti legati alla vicenda giudiziaria del Cavaliere. Né è agevole ipotizzare che ci saranno in caso di sentenza sfavorevole a Berlusconi. Il Cavaliere ha instradato stabilmente su un doppio binario la sua strategia: da un lato affida a un gruppo di fedelissimi l'espressione della sua collera per la condanna di Milano; dall'altro lato, esprime in prima persona il massimo sostegno al governo Letta e alla necessità di rafforzarlo in un clima di concordia nazionale.
     Un comportamento che crea qualche difficoltà al Pd al cui interno sale il rumore e l'insofferenza per un quadro politico difficile da tollerare per quella parte del ceto politico che si è nutrita in decenni di antiberlusconismo. Come ben dimostra l'intervista di Rosy Bindi sulla "Stampa" nella quale spara ad alzo zero contro i rischi di "correità" (sic) con Berlusconi.
     L'assemblea nazionale convocata per domani è avvolta nella nebbia più fitta. Il Pd vi arriva esausto da due mesi vissuti allo sbando, reso acefalo dagli errori del gruppo dirigente che si presenta dimissionario in blocco. L'incertezza se nominare un reggente o un segretario a tutti gli effetti è l'ultimo dilemma nelle settimane cruciali per la stessa sopravvivenza del partito.
     La scelta di un reggente, per rinviare al congresso l'elezione del segretario, è un rischio elevatissimo per il ceto parlamentare del Pd. Stante la precarietà del quadro politico, nell'eventualità, tutt'altro che remota, di una nuova campagna elettorale di quali poteri potrà mai disporre un reggente? Se, invece, sarà eletto un segretario pro-tempore, con un mandato circoscritto alla gestione ordinaria, come potrà e dovrà regolarsi nella definizione delle liste in caso di voto anticipato? Il rischio è di un'implosione del Pd o di una sua deriva radicale all'inseguimento del grillismo e delle pulsioni dell'antipolitica variamente denominate.
     Come si vede si tratta di rebus di non facile soluzione. In mezzo, e non è uno scherzo, c'è il sostegno da assicurare al governo Letta la cui fragilità programmatica si sta facendo sentire fin dai primi stentati passi. Il tema delle coperture di spesa per l'abolizione dell'Imu sulla prima casa (ma, paradosso non da poco, rimane sui capannoni industriali dove si produce ricchezza) o per la soluzione  del dramma degli esodati e la proroga della cassa integrazione straordinaria è all'ordine del giorno e il ministro Saccomanni, atteso nel weekend da una serie di impegni internazionali, si presenta con un'agenda ancora bianca. Né domani al FMI né, lunedì prossimo, al vertice Ecofin, Saccomanni sarà in grado di illustrare le coperture previste dal governo per confermare l'invarianza dei conti pubblici.
     E' difficile immaginare soluzioni indolori sul piano sociale. È più facile immaginare che tasse ridotte o abolite da una parte rispuntino da un'altra parte sotto altre spoglie. Perché il punto su cui hanno fin qui taciuto i principali soci di maggioranza (PD e PDL) sono i possibili interventi sulla spesa. A conferma del vento populista che ancora soffia nelle loro vele, a distanza di due mesi dal voto ma nel timore che possa tornarsi presto nelle urne. Navigando perennemente fra Scilla e Cariddi, né il governo Letta né qualunque altro dovesse prendere il suo posto potrà mai aprire il libro dei tagli alla spesa pubblica. Che non sono soltanto, come ama dire una certa retorica, i tagli alle spese "inutili" ma sono diventati, nel tempo e nella progressiva estensione del debito, tagli alla spesa sociale. Su questo punto regna però il silenzio i,barattato e codardo di chi dovrebbe assumersi responsabilità chiare nei confronti del Paese.

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